Questa mappa mostra come sarà la Terra tra 250 milioni di anni. Se ciò dovesse accadere, l’Italia sarebbe molto fortunata

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Tra 250 milioni di anni, la Terra come la conosciamo sarà solo un lontano ricordo. I continenti, in lento ma costante movimento, si riuniranno formando Pangea Ultima, un supercontinente che ridisegnerà completamente la geografia del pianeta. E l’Italia? La nostra penisola vivrà una trasformazione radicale, trovandosi in una posizione che oggi ci sembrerebbe fantascientifica.

La nuova geografia della penisola

Secondo le proiezioni del geologo Christopher Scotese, ideatore del progetto PALEOMAP, l’Italia sarà protagonista di un incredibile viaggio verso nord. Il Mediterraneo, che oggi bagna le nostre coste, scomparirà completamente schiacciato dalla collisione tra Africa ed Europa. Roma potrebbe ritrovarsi a latitudini polari, in una posizione simile all’attuale Groenlandia, mentre la nostra penisola formerà un unico blocco continentale con Tunisia, Libia, Francia, Spagna, Grecia e Turchia.

Le simulazioni climatiche pubblicate sulla rivista Nature dipingono uno scenario drammatico per Pangea Ultima. Le temperature medie supereranno i 40°C, con concentrazioni di CO₂ doppie rispetto ai livelli attuali a causa dell’intensa attività vulcanica generata dalla collisione delle placche. “L’Italia settentrionale potrebbe essere una delle poche zone relativamente abitabili”, spiega il professor Marco Balzano, geofisico dell’Università di Bologna. “Le Alpi, ormai spianate dall’erosione, offrirebbero comunque un riparo parziale dal clima torrido”.

La fine degli oceani come li conosciamo

Il processo di formazione di Pangea Ultima vedrà prima la chiusura progressiva dell’Oceano Atlantico nei prossimi 100-200 milioni di anni, seguito dalla scomparsa del Mediterraneo. Al suo posto si formerà un nuovo oceano interno tra Africa e Asia, mentre l’Italia verrà spinta sempre più verso nord dalla pressione della placca africana.

Non tutti gli scienziati concordano sullo scenario di Pangea Ultima. Alcuni ricercatori propongono configurazioni alternative come Amasia, con tutti i continenti riuniti attorno al Polo Nord, o Aurica, un supercontinente diviso da un nuovo equatore. “Qualunque sia lo scenario finale”, conclude Balzano, “i nostri discendenti dovranno affrontare un pianeta profondamente diverso. Forse l’uomo avrà già colonizzato altri mondi, rendendo queste proiezioni solo una curiosità scientifica”.

Le maestose Dolomiti, oggi patrimonio UNESCO e simbolo delle nostre montagne, saranno completamente erose già tra 50 milioni di anni, molto prima della formazione di Pangea Ultima. Un promemoria di quanto sia effimera, su scala geologica, la conformazione del territorio che oggi ci sembra così stabile e immutabile.

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