Pochi lo sanno: qual è la funzione delle linee sulle tasti F e J?

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Sebbene spesso passi inosservato, il rilievo di questi tasti svolge una funzione fondamentale. Scoprite le curiosità che nasconde questo dettaglio del design tecnologico classico. Sebbene utilizziamo le tastiere quasi ogni giorno, sia sui computer portatili, desktop o persino sui bancomat, pochi si soffermano a pensare ai piccoli dettagli che compongono il loro design. Uno di questi elementi discreti ma fondamentali è la piccola tacca presente sui tasti F e J. Può sembrare un semplice rilievo decorativo, ma in realtà svolge una funzione fondamentale per migliorare la nostra esperienza di scrittura.

Perché solo i tasti F e J hanno delle tacche?

Da decenni, tutte le tastiere di tipo QWERTY includono queste tacche o rilievi sui tasti F e J. Non si tratta di un capriccio estetico o di una moda del design industriale: la loro ragion d’essere ha radici profonde nella storia della dattilografia.

Questi segni fungono da guide tattili per gli indici. Sono il punto di partenza della cosiddetta riga di partenza, la posizione di base da cui le dita devono partire per raggiungere gli altri tasti.

Quando posizioniamo correttamente gli indici su F e J, le altre dita si posizionano automaticamente su A-S-D-F (mano sinistra) e J-K-L-Ñ (mano destra), consentendo di scrivere in modo più fluido e preciso, senza bisogno di guardare la tastiera.

Per decenni, la dattilografia è stata un’abilità essenziale, insegnata nelle scuole, negli uffici e nelle accademie. A quei tempi, la velocità e la precisione nella scrittura erano competenze molto apprezzate e questo semplice aiuto tattile permetteva ai dattilografi di posizionare correttamente le mani senza bisogno di guardare la tastiera.

Sebbene oggi i touch screen e gli assistenti vocali abbiano guadagnato terreno, le tastiere fisiche continuano a essere protagoniste nella maggior parte degli ambienti lavorativi e didattici.

Cos’è la tastiera QWERTY

La tastiera QWERTY è la distribuzione più utilizzata in tutto il mondo. È stata creata da Christopher Sholes nel 1868, che l’ha incorporata nella sua macchina da scrivere. Anni dopo, nel 1873, ha venduto i diritti alla società Remington. Il nome “QWERTY” deriva dalle prime sei lettere situate nella riga superiore della tastiera.

Questo design non è stato scelto a caso: il suo obiettivo principale era quello di velocizzare la scrittura consentendo a entrambe le mani di lavorare in modo più efficiente. Inoltre, cercava di ridurre gli inceppamenti meccanici che affliggevano le vecchie macchine da scrivere, separando le lettere più utilizzate nella lingua per evitare che si scontrassero quando venivano premute rapidamente. Anche se oggi questa limitazione tecnica non esiste più, la distribuzione QWERTY rimane lo standard globale.

Attualmente, la tastiera QWERTY non è presente solo sui computer e sulle macchine da scrivere, ma anche sui cellulari, sulle smart TV, sui bancomat e praticamente su qualsiasi interfaccia digitale che richieda l’inserimento di testo.

Per quanto riguarda il suo utilizzo, la tecnica di dattilografia più diffusa prevede che, in posizione di riposo, le dita siano appoggiate sulla riga centrale della tastiera. Per facilitare questa posizione senza bisogno di guardare, i tasti F e J, dove si trovano gli indici, hanno un piccolo segno o rilievo percepibile al tatto, che guida intuitivamente gli utenti.

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