Ogni volta che scegli tra risparmiare o spendere, chiedere un prestito o aspettare, cambiare lavoro o rimanere in uno mal retribuito, attivi complessi meccanismi psicologici che non influenzano solo la tua economia, ma anche la tua salute e la qualità della tua vita. Ti sei mai sentito stressato per dover prendere una decisione finanziaria? Hai rimandato una spesa necessaria o hai speso impulsivamente per sentirti meglio? Che ci crediate o no, questi comportamenti sono tutt’altro che razionali e sempre più esperti stanno alzando la voce su una disciplina che può aiutarci a capire e migliorare il nostro rapporto con il denaro: la psicologia economica. Questa branca del sapere studia come le emozioni, i pregiudizi mentali e il contesto sociale influenzano le nostre decisioni finanziarie e come queste, a loro volta, influiscono sul nostro benessere personale, lavorativo e sociale. In questo modo, lo psicologo ed economista Adrián Navalón, spiega perché questa disciplina è fondamentale per la salute mentale ed emotiva in tempi di incertezza economica e afferma che “l’economia si è sviluppata senza tenere conto della psicologia”. Ogni volta che scegli tra risparmiare o spendere, chiedere un prestito o aspettare, cambiare lavoro o mantenere uno mal retribuito, stai attivando complessi meccanismi psicologici che non solo influenzano la tua economia, ma anche la tua salute e la tua qualità di vita. Quindi comprenderli può essere il primo passo per cambiare rotta.
Psicologia economica: come pensiamo al denaro (e perché sbagliamo)
“La psicologia economica non è solo applicare la psicologia al processo decisionale economico, ma comprendere che ogni decisione ha una conseguenza economica diretta o indiretta”, spiega Navalón sul portale EFE Salud. A differenza dell’economia tradizionale, che parte dal presupposto che gli esseri umani agiscono in modo razionale e logico, questa disciplina parte da una realtà molto più vicina alla nostra vita quotidiana: le persone prendono decisioni sulla base delle informazioni di cui dispongono, ma anche sotto l’influenza di emozioni, credenze e scorciatoie mentali.
Queste scorciatoie mentali, note come euristiche, ci aiutano a decidere rapidamente, ma ci espongono anche a pregiudizi cognitivi: errori sistematici nel nostro pensiero che distorcono la realtà. Ad esempio, l’“avversione alla perdita” rende il dolore di perdere qualcosa più intenso della gioia di guadagnarlo, il che può frenare decisioni che, razionalmente, sarebbero vantaggiose. Immaginate di investire in azioni che perdono valore: molte persone preferiscono aspettare di recuperare il denaro piuttosto che assumersi la perdita e reinvestire con maggiore discernimento. Il primo prezzo funge da “ancora” emotiva, anche se la logica indica il contrario.
“Il modo in cui prendiamo le decisioni economiche, grandi o piccole, modella direttamente le nostre relazioni personali, la nostra salute mentale e la nostra qualità di vita”.
C’è anche il “bias del presente”, che ci spinge a preferire ricompense immediate rispetto a benefici a lungo termine. Questo bias spiega perché spesso è così difficile risparmiare o mantenere una routine sana quando le gratificazioni non sono immediate. Ma al di là della quotidianità, questi modelli di pensiero si aggravano in situazioni di vulnerabilità mentale, come la depressione o le dipendenze, dove le decisioni finanziarie possono diventare ancora più disordinate o impulsive.
In questi casi, la psicologia economica può essere uno strumento potente non solo per comprendere meglio ciò che accade, ma anche per intervenire con strategie adattate al comportamento reale delle persone.
Una scienza per migliorare la tua vita finanziaria… ed emotiva
Lungi dall’essere una formula magica, la psicologia economica si presenta come uno strumento scientifico per migliorare il nostro rapporto con il denaro e, di conseguenza, il nostro benessere emotivo. “La cosa più importante è capire che ogni persona decide in modo diverso. Per questo motivo, è necessario personalizzare le strategie in base al profilo psicologico e comportamentale”, afferma Navalón.
Una delle tecniche più promettenti in questo campo è l’uso dei cosiddetti nudges o spinte comportamentali, ovvero piccole modifiche all’ambiente o al modo di presentare un’opzione per influenzare positivamente la decisione. Un esempio potrebbe essere quello di facilitare l’accesso digitale a un servizio di salute mentale da un’app bancaria o di offrire ricompense simboliche per il risparmio. Non si tratta di manipolare, ma di accompagnare le persone verso decisioni più sane e sostenibili.
Inoltre, capire come reagiamo al rischio, all’incertezza o alla scarsità ci permette di progettare politiche pubbliche più efficaci, interventi sociali più equi e persino di migliorare la comunicazione da parte delle aziende e degli enti finanziari. A livello individuale, può aiutarci a ridurre l’ansia associata a decisioni importanti, alcune delle quali sono molto attuali, come l’acquisto di una casa, il cambio di lavoro o la decisione di quanto investire nella formazione o nella propria salute. Navalón sottolinea che “la psicologia economica deve essere nelle mani di professionisti che sappiano valutare e riadattare gli interventi quando non funzionano. Solo così si ottengono cambiamenti reali nelle abitudini e nei comportamenti finanziari”.
Alla fine della giornata, avere un buon rapporto con il denaro non è solo una questione di numeri, ma di conoscere se stessi, i propri limiti, le proprie paure e i propri desideri. Investire nell’educazione emotiva e finanziaria può essere importante quanto pianificare la pensione o stipulare un’assicurazione sanitaria. Perché la verità è che il modo in cui prendiamo le decisioni economiche, grandi o piccole, modella direttamente le nostre relazioni personali, la nostra salute mentale e la nostra qualità di vita. La buona notizia è che, con la conoscenza e la strategia, possiamo prendere in mano le redini di queste decisioni e costruire un futuro più equilibrato, consapevole e sano.